...E per quanto sia faticoso abbandonare la strada già segnata ed apparentemente più sicura, scopre che è possibile trovare nuove vie, e che ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno.
Saper sognare è un dono, ma il sogno può diventare una gabbia dorata se per realizzarlo si accettano così tanti compromessi da perdere di vista la felicità. Perché é giusto credere nelle favole. L'importante è saper accettare che la nostra potrebbe essere diversa da quella che abbiamo sempre immaginato.

domenica 30 dicembre 2012

Parole

Avevo iniziato a scrivere il post che parla di LUI.
E per la prima volta, forse nella mia vita intera, mi sono mancate le parole.
Perché su di LUI non c'è più nulla da dire? O forse perché parlare di LUI lo riporterebbe qui, con me, in questa casa che avevo costruito per noi e che lui non ha nemmeno mai visto...
A volte le mie parole fanno paura, a me.
Dopo che mi sono uscire, dalla bocca, ma sopratutto dalle dita, perché quando scrivo non sono io e sono io in senso assoluto.
Forse é per questo che, nonostante la volontà, non riesco a scrivere di LUI. Se le mie parole uscissero dalla mia testa e restassero impresse così violente come sono nei miei pensieri, forse rileggerle potrebbe farmi una paura che non ho voglia di vivere. Perché é stato difficile riuscire a parlare di LUI senza piangere per anni; e se di norma penso che scrivere mi aiuti ad esorcizzare le seghe mentali da reginaindiscussadelleseghementali, in questo caso ho paura che scrivere di lui riporterebbe in vita un dolore che faticosamente ho insabbiato e tentato di dimenticare. Perché quando i ricordi sono così pesanti e le cicatrici così evidenti, forse, é meglio tacere, perché parlarne non fa che evocare una sofferenza. Oggi, quindi, le mie parole mi fanno paura. Quello che potrebbe uscire dal mio cuore e dalla mia memoria, rimanendo impresso qui, nel mio piccolo mondo virtuale, rischia di essere troppo emotivamente doloroso da affrontare, una volta impresso "nero su bianco". No, forse non sono ancora pronta.
Forse non lo sarò mai.
E per quanto io sia perfettamente consapevole che una cicatrice non fa male, é solo il segno perenne del dolore che hai provato e che forse, almeno nel mio caso, sta lì a dimostrarlo che se ce l'ho fatta quella volta, a non morire, potrò farcela sempre...
Ecco, per me quella cicatrice, la cicatrice di quello squarcio nel cuore, significa che da allora non sono mai più stata la stessa e che niente, nell'amore, per me, sarà più uguale.
Davanti ad un bicchiere di vino, qualche sera fa, parlavo con una piccola amica prossima al matrimonio che come fa a contenere tanta saggezza nei suoi 50 kg scarsi io ogni tanto me lo chiedo sinceramente.
Parlavo di me, della paura che ho di non saper amare mai, più, mai più. Io mi sento così, ad ogni fallimento sempre più cosciente dei mie limiti, del mio blocco, delle mie paure.
Parlavo del mio brutto carattere.
Ed ecco le parole che ogni amica, da un'amica, dovrebbe sentirsi dire, per capire che qualche cosa di buono, nella vita, é riuscita a farlo.
La piccola amica dice che io non ho un brutto carattere, a parer suo, che ho UN CARATTERE, il che, a parer mio, è pure peggio.
Io ho confini netti, idee precise ed una personalità fortemente definita. Delle volte, forse, sono un po' rigida...mentre lei è morbida, accondiscendente e paziente e.....AVOLTEVORREBBEESSERECOMEME. Sbalorditivo. Lei, che ha un uomo che la sposerà e che vive per lei ed in funzione di lei, lei dice che a volte si domanda qual'e il confine che la separa dalla sua vera essenza e dal leifidanzatadilui.
Quindi è questo lo stato delle cose? Chi è troppo rigido, come me, vorrebbe essere più flessibile e chi non lo è lo vorrebbe essere in una spirale di piccole insoddisfazioni che non si chiude mai...
Mal comune mezzo gaudio, si potrebbe dire.
Ma a me il male comune non ha mai dato gaudio, perché se tre i miei millemila difetti ho un pregio è che sono altruista e generosa in modo compromettente e, delle volte, anche doloroso.
Quindi, no, mal comune mezzo gaudio una sega.
ne ero sicura, io, lo sapevo che il bisogno di tirare fuori i miei pensieri pesanti ed ingarbugliati, che mi ha spinto a scrivere, non ha fatto altro che renderli parole ingarbugliate e pesanti.
Che di me dicono che nonostante io mi proclami anaffettiva, disillusa e disincantata, sono solo piccola, fragile ed insicura.
Che faccio la forte, la leonessa, ma sono un micino che ruba forza, rassicurazioni ed amore da chi un po' di uno ed un po' dell'altro, nel corso della mia vita, non me l'ha mai fatto mancare.
Il mio FASTIDIOSOAMICOSAGGIO, la PICCOLAAMICA, l'amica lontana che forse è stata proprio lei a proclamarmi reginadelleseghementali, la mia amica bionda che fa la mamma e di seghe mentali nemmeno l'ombra in tutta la sua vita, l'amica bionda che mi regala perle di autostima quando l'autostima manca, e manca spesso, quell'amico un po' Peter Pan style che mi fa ridere quando ne ho bisogno e si trasforma quando i miei bisogni sono più seri...
Eccoli, i miei intricati e convulsi pensieri, che so che se dovessi rileggere questo post prima di pubblicarlo probabilmente non lo pubblicherei più.
Ma so già che avrò voglia, tra un po', di rileggermi per dire a me stessa quanto sono ingarbugliata, nebulosa, noiosa e sciocca...so che lo farò, in uno di quei momenti di apparente calma, in cui tutto sembra andare bene, quei momenti che quando vanno via ti rimproveri per non esserteli goduti abbastanza.
Ogni tanto poi tornano, qui momenti, un bicchiere di vino, una passeggiata con l'amica lontana e il cane, una colazione con la mamma e la bimba, una giornata di sole come oggi, che se forse esco sul balcone e faccio un bel respiro tutto sembrerà più facile.



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